Oggi ci si riferisce alla morte con diversi nomi: Mantello nero, Falce, Sorriso scheletrico, Tristo Mietitore. Anche in tempi antichi, i popoli personificavano la morte in una miriade di modi. La mitologia greca aveva l’alato Thanatos. Per la mitologia nordica è il cupo e solitario Hel, mentre le tradizioni indù lo rappresentano con Re Yama. È stata la scienza moderna a de-personificare la morte, riconducendola ad un complesso mondo di processi biologici e fisici che separano i vivi dai morti. Ecco 10 cose che (forse) non sapevi sulla morte.
1 – Dopo la morte si rimane coscienti
È un pensiero comune che morire sia come addormentarsi senza più risvegliarsi. La tua testa diventa pesante. Un ultimo respiro e poi … le luci si spengono. Sembra tutto così semplice e piacevole. Peccato che non sia poi così veloce.
Il dottor Sam Parnia, medico e ricercatore di terapia intensiva e rianimazione presso il NYU Langone Medical Center, sostiene che la nostra coscienza rimanga durante la morte. Il Dottor Parnia ha infatti registrato onde cerebrali nella corteccia cerebrale, la parte cosciente e pensante del cervello, per circa 20 secondi dopo la morte clinica.
Studi su topi da laboratorio hanno mostrato che il loro cervello diventa molto attivo nei momenti successivi alla morte, un’attività tipica di stati di iper-allerta. Questa attività, se analoga a quella presente nella corteccia dell’uomo, può spiegare come i pazienti rianimati possono ricordare eventi accaduti mentre erano tecnicamente morti.
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