La testimonianza di Antonio P. è un viaggio straordinario oltre i confini della vita terrena. Questa narrazione dettagliata di un’esperienza di pre-morte, o “NDE” come è spesso catalogata, offre uno sguardo penetrante nei misteri che circondano la vita dopo la morte. Antonio era accompagnato da bambini nell’aldilà.
Antonio, a seguito di un grave incidente motociclistico nel 2017, racconta una vicenda che lo ha portato a contemplare ciò che potrebbe esistere al di là della vita.
Racconto di Antonio
Non ricordo l’inizio di quell’esperienza. La consapevolezza di essere stato coinvolto in qualcosa di non terreno mi è giunta solo giorni dopo il mio risveglio in ospedale. La memoria di ciò che accadde prima dell’incidente rimane chiara, ma è la mia “NDE” che mi ha profondamente segnato, suddivisa com’è in due fasi distintive, ciascuna popolata da figure e scenari diversi.
Ero accompagnato da bambini nell’Aldilà
Un uomo dall’aspetto umano, vestito di una luce bianca, più che di abiti, mi disse che non era ancora giunto il mio momento. “Qui non ci sei, non è il tuo turno, non tocca a te, girati!” Mi trovavo in un ambiente di pura luce, avvolgente, senza angoli né confini. La persona, con una massa di capelli brizzolati e ricci, sembrava cercare qualcosa di urgente, frugando in una pila immensa di fogli che fluttuavano a mezz’aria. Chiese il mio nome, e quando glielo diedi, cominciò a cercare con impazienza crescente, senza mai trovare ciò che cercava.
La presenza dei bambini fu il tocco di dolcezza di quella scena surreale. Due piccoli, tenendomi per mano, mi avevano guidato in quel luogo di luce. Cantavano, ridendo insieme ad altri quattro, mentre una musica dolce e forte riempiva l’aria, un’aria senza muri né limiti. Un senso di serenità mi invase, una gioia pura che non si interrogava sul dove e il come.
Il contrasto con la seconda fase della mia esperienza fu marcato.
Mi ritrovai a casa mia, seduto al tavolo della cucina con mia madre e le mie sorelle. Parlavo con loro, o meglio, mi osservavo mentre parlavo, discutendo di questioni quotidiane come se stessi preparandomi per un ricovero ospedaliero che non era mai stato programmato. Mia sorella, il mio medico di famiglia, mi avvertiva di mettere in ordine le cose, senza sapere quanto tempo sarei rimasto via.
Non meno reale fu la sensazione di essere spinto indietro nel tempo, fino al momento del mio risveglio in ospedale. La consapevolezza del tempo e dello spazio era alterata, i confini tra passato, presente e futuro sembravano dissolversi. Al mio ritorno, ho capito che ciò che avevo vissuto non poteva essere classificato semplicemente come un sogno. Era qualcosa di più profondo, un’esperienza che mi aveva mostrato una possibile vita dopo la morte, un’esistenza oltre il nostro comprendere quotidiano.
La mia esperienza di pre-morte mi ha lasciato una traccia indelebile.
Non ho trovato risposte definitive sulla vita dopo la morte, né ho compreso appieno il significato di ciò che ho vissuto. Tuttavia, quello che ho visto e sentito mi ha cambiato, rendendomi più sensibile e attento alla realtà che mi circonda. Non temo più la morte; piuttosto, vedo la vita come un continuum, una serie di esperienze che forse non terminano quando lasciamo questo mondo. Questa visione mi offre un conforto inaspettato e una serenità nuova nel proseguire il mio cammino terreno.
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