Noi esseri umani abbiamo spesso l’abitudine di voler conservare tutto. Tendiamo non buttare via oggetti ormai inutili considerandoli ricordi del passato. Non è quindi raro che si provi addirittura a conservare intatto il corpo delle persone amata, dopo la morte. Sfortunatamente, questi tentativi di bloccare il naturale processo di decomposizione, possono portare a bizzarri eventi come quello delle bare che scoppiano.
I Modi per evitare (o rallentare) la decomposizione
Qualunque sia la motivazione di voler conservare perfettamente un corpo, che si tratti di religione, sentimenti o sogni di una fantascientifica resurrezione criogenica, l’industria della morte offre diverse opzioni per evitare o ritardare la decomposizione.
L’imbalsamazione è una delle tecniche più spesso utilizzate, soprattutto in situazioni in cui il defunto deve essere esposto al pubblico. Ulteriore accorgimento può essere quello di evitare la sepoltura interrata. Se tutto questo non dovesse essere sufficiente, si possono scegliere anche bare sigillate con una striscia di gomma per bloccare eventuali ulteriori agenti decompositori. Questi extra, tuttavia, non sono proprio economici.
Una spesa inutile
Alla fine, spendere molti si rivelerà inutile. Non si possono fermare i processi biologici. Tutti gli organismi alla fine si decomporranno, compresi i cadaveri protetti da pareti di marmo o strisce di gomma.
L’autolisi, o autodigestione, inizia subito dopo la morte, addirittura prima di chiamare le pompe funebri. Quando l’ossigeno si esaurisce, gli organismi anaerobici iniziano a cibarsi del corpo, trasformando i resti di una persona in acidi organici e gas.
L’esplosione di una bara
Le bare che scoppiano, riassumono perfettamente quella che dagli addetti ai lavori è chiamata: La sindrome della bara esplosiva. Queste esplosioni, si verificano quando questi processi di decomposizione, che rilasciano gas, non hanno uno spazio adeguato per essere contenuti, o quando non hanno nessun sistema di sfogo. Senza dare possibilità all’aria di entrare ed uscire, una bara con all’interno un corpo in decomposizione può trasformarsi in una specie di palude.
Alla fine, quando la pressione all’interno della bara sarà abbastanza alta, la bara semplicemente scoppia. I pannelli di marmo di una lapide possono rompersi e le bare possono rimanere seriamente danneggiate.
Un Rischio Calcolato
I produttori di bare sono ben consapevoli di questo problema. Alcuni modelli sono infatti equipaggiati con valvole di sfogo così da poter rilasciare l’accumulo di gas. Un metodo alternativo, banale ma efficace, per evitare che una bara esploda è quello di lasciare il coperchio della bara non sigillato.
Tutto si riduce a una lezione di biologia a livello di scuola superiore. Gli organismi vivono, gli organismi muoiono, gli organismi si decompongono. La decomposizione crea gas, il gas ha massa. Cercare di intrappolare il gas ha le sue ovvie conseguenze.
Un Caso Italiano
La scorsa estate, in Sicilia, circa 1000 bare in attesa di essere deposte al cimitero di Rotoli a Palermo erano conservate negli uffici, sugli scaffali e nelle tende al sole. In queste, la temperatura ha superato i 48 gradi centigradi.
Leonardo Cristofaro, direttore dei cimiteri di Palermo ha detto che da numerose bare hanno iniziato a fuoriuscire liquidi e alcune sono esplose. «I fluidi dei cadaveri hanno iniziato a fuoriuscire da alcune bare. Si è trattato di un rischio molto serio per la salute».