Uno dei modi più popolari per ricevere messaggi dal mondo degli spiriti è l’uso della scrittura automatica. Con questo metodo, lo scrittore tiene in mano una penna o una matita lasciandosi andare ad una scrittura inconscia. Questi messaggi che muovono la mano dello scrittore senza che egli la comandi, arriverebbero direttamente dall’aldilà. Ma prima di imparare come praticare la scrittura automatica, è bene conoscere meglio anche qualche aneddoto. Se invece non siete interessati a questa parte introduttiva potete andare direttamente a Pagina 2
La scrittura automatica è figlia dello spiritismo
La scrittura automatica divenne popolare tra la fine Ottocento e gli inizi del Novecento. I medium cercavano infatti una metodo più rapido ed efficiente di comunicazione con gli spiriti, rispetto a quella tradizionale fatta di colpi sulle pareti o sui tavolini.
Questa scrittura guidata dagli spiriti all’inizio era prodotto con una matita attaccata ad una “planchette. Questo tipo di scrittura, tuttavia, risultava difficile da leggere e i medium cominciarono presto a tenere la matita direttamente in mano. Con l’avanzare della tecnologia, sono state utilizzate macchine da scrivere e addirittura le tastiere dei computer.
Tu detta che io scrivo
Agli inizi del 1900, Pearl Curran, una casalinga di St. Louis, era convinta di aver contattato, con la sua tavola Ouija, uno spirito di nome Patience Worth.
Lo spirito di Patience dettò a Pearl quelle che sarebbero poi diventate quasi 5.000 poesie , un’opera teatrale, diversi romanzi e molte opere brevi. All’inizio, la signora Curran continuò ad usare la sua tavola Ouija, ma col passare del tempo, la tavola Ouija cominciò a sembrarle ingombrante molto lenta da utilizzare. Iniziò a così a servirsi della scrittura automatica. A differenza di molti medium, Curran non entrava in uno stato di trance comunicando con lo spirito di Patience rimanendo sempre pienamente cosciente.
Le autorità hanno studiato le opere di Patience Worth, e molti hanno concluso che è alquanto improbabile che Pearl Curran sarebbe stata in grado di scrivere con lo stile letterario, il vocabolario, la conoscenza, e l’inventiva di Patience Worth.
L’hobby della scrittura automatica
Una delle più note scrittrici automatiche è stata Hélène Smith, forse meglio nota con lo pseudonimo di Catherine Elise Muller. Smith è stata una medium nata intorno al 1863 a Ginevra, in Svizzera. Il merito della Smith è quello di non aver mai praticato per soldi, ma ha tenuto numerose sedute spiritiche, gratuitamente, per amici e ammiratori.
La lingua utilizzata dalla Smith per la sua scrittura automatica era l’arabo, quella che secondo lei erano le lingue di Marte e Urano. Successivamente, la medium traduceva gli scritti in francese. Theodore Flournoy, un professore di psicologia all’Università di Ginevra, ha studiato le capacità medianiche di Smith e ha stabilito che l’alfabeto utilizzato era semplicemente “la costruzione inconscia di una donna fantasiosa“.
Un medium molto precoce
Il medium brasiliano Francisco Chico Xavier, nato nel 1910, è considerato uno degli scrittori automatici più prolifici della storia. La sua produzione vanta infatti circa centomila pagine.
Xavier ha iniziato la sua scrittura automatica sin dalla scuola elementare, quando vinse un concorso di scrittura con un saggio che, stando ai suoi racconti, gli era stato dettato da uno spirito.
Sebbene non abbia proseguito con gli studi, Xavier ha scritto libri scientifici così accurati che sembravano andare oltre le sue reali capacità. Era una figura popolare in Brasile, apparve nei talk show a cavallo degli anni ’60 e ’70 finendo per donare in beneficienza i proventi dei suoi libri e gli assegni staccati dai suoi sostenitori.
Un assist alla psicoanalisi
La scrittura automatica è stata utilizzata in passato come uno strumento di freudiana psicoanalisi dato che è un mezzo che permetterebbe far affiorare in superficie il subconscio di una persona. L’idea di sfruttare questa pratica in ambito psicologico è stata del francese Pierre Janet. Alla fine del XIX secolo, Janet ipotizzò che la scrittura automatica potesse essere una forma di sonnambulismo, una condizione in cui una parte di una personalità è dissociata dal resto.
Le critiche mosse alla scrittura automatica
Gli scettici hanno da sempre criticato la scrittura automatica. Per loro, non ci sarebbe modo di sapere se la scrittura automatica abbia origini soprannaturali o piuttosto derivi dalla creatività di chi la pratica. Gli scettici citano spesso l’effetto ideomotorio, un fenomeno psicologico in cui un soggetto fa movimenti senza esserne cosciente.
Ma non solo il paranormale. Il popolo degli scettici mette in dubbio il valore della scrittura automatica anche nella psicoterapia. I critici sostengono che non ci sono prove scientifiche sul valore della scrittura automatica in psicoterapia, e anche il suo utilizzo per far riaffiorare ricordi nascosti, sia tutto da verificare.
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