Ne sentiamo parlare spesso in TV, nei telegiornali, nei programmi di attualità ma anche nei film e nelle fiction. Più o meno sappiamo di cosa si tratta questo esame post mortem, ma di preciso, che cos’è l’autopsia?
Un’autopsia (o per l’appunto “esame post mortem”) è un esame del corpo di qualcuno che è morto, ovvio. Obiettivo di questo esame è cercare di determinare le cause della morte, gli effetti o la natura della malattia o, in alcuni casi, per identificare la persona morta.
Quando si fa l’autopsia?
Se una morte è improvvisa, inaspettata, violenta o misteriosa, un medico o un agente di polizia chiamerà il medico legale per indagare. Un’autopsia potrebbe essere richiesta un’autopsia se:
- Non è chiaro perché qualcuno sia morto
- La morte è stata violenta, innaturale o sospetta, come un omicidio, un’overdose di droga o un suicidio
- Il decesso è stato causata da un incidente
- La morte è avvenuta durante o subito dopo un intervento chirurgico
- Si è trattato di morte inaspettata, ad esempio la morte improvvisa di un bambino
- Una malattia lavorativa o un avvelenamento potrebbe aver causato la morte (ad esempio qualcosa che potrebbe anche colpire altre persone sul posto di lavoro)
Due Tipologie di Autopsia
Prima di condurre un’autopsia, gli investigatori raccolgono tutte le informazioni possibili sul soggetto e sugli eventi che hanno portato alla sua morte, consultando cartelle cliniche, medici e familiari ed esaminando il luogo e le circostanze della morte.
Esame esterno
L’autopsia inizia con un’attenta ispezione esteriore del corpo. Questo può aiutare a stabilire l’identità, trovare delle prove o suggerire la causa della morte. I patologi poi pesano e misurano il corpo, prendendo nota dell’abbigliamento, degli oggetti di valore trovati nei vestiti e le caratteristiche del soggetto come il colore degli occhi, il colore e la lunghezza dei capelli, l’etnia, il sesso e l’età stimata se non c’è un documento.
Spogliando il soggetto, si esamina quindi il corpo, alla ricerca di residui di tracce di polvere da sparo, di vernice o di qualsiasi altro tipo di deposito. Si cercano segni particolari come cicatrici o tatuaggi o ferite. Le radiografie vengono talvolta utilizzate per rivelare anomalie ossee, per stabilire la posizione di proiettili o altri oggetti mentre la luce ultravioletta può aiutare a rilevare determinati fluidi residui. Questa è l’occasione giusta per i patologi di prelevare campioni di capelli e unghie. Durante l’autopsia, il patologo annota tutto su un diagramma corporeo e in note verbali registrate.
Esame interno
Se è necessario un esame interno completo, il patologo rimuove e seziona gli organi nel torace, gli organi addominali e pelvici e, se è necessario, anche il cervello. È più raro esaminare internamente il viso, le braccia, le mani o le gambe. I tagli nel corpo, naturalmente non causeranno una grossa fuoriuscita di sangue perché in assenza di un cuore che batte l’unica pressione sanguigna viene dalla gravità.
Prima di incominciare a tagliare, il busto viene posizionato su un blocco di gomma, in modo tale da estendere l’arco del corpo, fornendo un migliore accesso al torace e all’addome. Se è prevista anche un’autopsia cerebrale, questo blocco verrà spostato per sostenere la testa una volta che il lavoro sul busto è terminato.
Un taglio a forma di Y
Il patologo inizia l’autopsia dal torace e dell’addome praticando un’incisione a forma di Y. Le due “braccia ideali” della Y partono da ciascuna articolazione della spalla, per incontrarsi a metà del torace. Lo stelo della Y scende fino nella regione pubica. Questo è uno degli aspetti delle autopsie che i film e i programmi televisivi sbagliano, secondo il dottor Ed Uthman, un patologo del Texas che ha scritto una guida per gli sceneggiatori alle autopsie. Nelle donne, le due braccia della Y, vanno a curvarsi sotto il seno.
Apriamo il torace
Il passaggio successivo consiste nell’esaminare gli organi in situ (sul posto), il che significa aprire la gabbia toracica. Utilizzando una sega o un tagliacostole, oggetto simile nell’aspetto a una piccola forbice da potatura, i patologi tagliano lungo il confine tra le costole e la cartilagine collegata allo sterno. In alternativa, possono essere tagliati i lati della gabbia toracica, lasciando le costole attaccate allo sterno e rimuovendo l’intera gabbia toracica frontale come fosse un coperchio. Nell’esame addominale il patologo libera l’intestino tagliando lungo il tessuto di attacco con le forbici o un bisturi.
Se è necessaria anche un’autopsia cerebrale, il patologo eseguirà un taglio sulla sommità della testa, dalla protuberanza ossea dietro un orecchio fino alla protuberanza dietro l’altro. Bisogna quindi aprire il cranio usando una sega speciale che taglia l’osso ma lascia illesi i tessuti molli.
Svuotiamo tutto
Una volta che ogni organo è stato esaminato con attenzione quando è ancora all’interno del corpo, si passa all’estrazione. Gli organi interni vengono rimossi, pesati ed esaminati in modo più dettagliato. A volte gli organi vengono rimossi individualmente (tecnica Virchow), altre volte, vengono rimossi come gruppo connesso tra loro. (tecnica Rokitansky).
Una volta rimossi, gli organi, e in particolare il cervello, vengono spesso messi in formalina per giorni o addirittura settimane prima che venga eseguita la dissezione. La formalina preserva gli organi e allo stesso tempo garantisce loro una maggiore compattezza, consentendo quindi dissezioni più ordinate e accurate.
Un bagno nella formalina
In particolare, il tessuto cerebrale beneficia molto dalla fissazione in formalina perché la sua consistenza naturale ricorda quella della gelatina morbida o il tofu compatto. Alcune settimane nel fissativo conferiscono invece al cervello la consistenza e la fermezza di un avocado maturo. Tenetelo a mente la prossima volta che andate dal fruttivendolo. Una volta rimossi, anche i polmoni possono anche essere gonfiati con fissativo.
Campioni di tessuto vengono prelevati dagli organi, alcuni dei quali possono anche essere sezionati. Spesso si effettuano esami anche sul contenuto. Si compiono ulteriori esami anche sui fluidi corporei come urina e sangue, gel vitreo dagli occhi e sulla o bile. Questo darà maggiori informazioni su farmaci, infezioni o fattori genetici, a seconda dello scopo dell’autopsia. Se i medici riscontrano anomalie, procedono alla catalogazione e alla conservazione di tutti gli organi sezionati ed esaminati.
Rimettiamo tutto a posto
Dopo l’autopsia, gli organi, esclusi i pezzi conservati per esami futuri o prove, possono andare incontro a due destini: essere rimessi nel corpo o essere cremati. Alla fine del processo i medici riposizionano anche la gabbia toracica.
Prima di essere ricucito, il corpo è foderato con cotone idrofilo o un materiale simile. Nel caso che gli organi debbano essere reinseriti nel corpo, il patologo li inserisce prima posti in sacche sigillate per evitare perdite. Si procede quindi a cucire e lavare il corpo, così da prepararlo per il funerale.
I corpi che hanno subito l’autopsia possono ancora fare funerali a bara aperta, anche in caso di autopsia cerebrale: un cuscino nella bara nasconderà infatti il taglio cranico.
Oltre che essere sottoposto ad autopsia, il corpo umano, dopo la morte può fare altre cose se lo si lascia in pace. Vediamo cosa in questo articolo
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