Le persone che vivono in luoghi di guerra o dove sono in atto crisi economiche, inondazioni, siccità eccetera soffrono di estrema malnutrizione. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite le persone che in tutto il mondo soffrono di malnutrizione sono circa 1 su 9. 795 milioni di persone nel mondo, soffre di denutrizione. Cosa si prova a morire di fame?
Tutto comincia con lo stato di denutrizione
È proprio così che inizia il processo: con la denutrizione. Le persone non assumono abbastanza calorie per stare al passo con il fabbisogno energetico del corpo. Questo accade anche se la fame può essere evitata se sono disponibili cose commestibili che in uno stato normale non sarebbero stati considerati “cibo” – erba, foglie, insetti o roditori.
In settimane e mesi, la malnutrizione può provocare malattie specifiche, come l’anemia quando le persone non assumono abbastanza ferro o beriberi se non ricevono un’adeguata tiamina.
Una grave mancanza di cibo per un periodo prolungato – non assumere abbastanza calorie per stare al passo con i bisogni energetici del corpo – viene definita inedia. Le riserve del corpo sono esaurite. Il risultato è una sostanziale perdita di peso, il deperimento dei tessuti del corpo e infine la morte.
Le reazioni del corpo alla mancanza di cibo
Di fronte alla fame, il corpo comincia ad avere le sue reazioni. Il primo giorno senza cibo è molto simile al digiuno notturno tra la cena della sera prima e la colazione del mattino successivo.
Dopo pochi giorni senza ricevere nulla da mangiare, il corpo inizierà a nutrirsi di se stesso. Il corpo inizia infatti a consumare le riserve di energia quali carboidrati e grassi e poi le parti proteiche dei tessuti. Il metabolismo rallenta, il corpo non riesce a regolare la sua temperatura, la funzione renale è compromessa e il sistema immunitario si indebolisce.
Quando il corpo utilizza le sue riserve per fornire i bisogni energetici di base, non può più fornire i nutrienti necessari agli organi e ai tessuti vitali. Il cuore, i polmoni, le ovaie e i testicoli si restringono. I muscoli riducono e le persone si sentono deboli. La temperatura corporea scende e le persone possono aver freddo. Si potrebbe diventare irritabili e la capacità di concentrazione cala notevolmente.
Alla fine, al corpo non rimane nulla da mangiare, tranne i muscoli.
Una volta che il corpo comincia a cibarsi anche delle riserve di proteine, la morte non è più così lontana. In questa fase, il corpo si nutre dei suoi stessi muscoli, compreso il muscolo cardiaco. Nelle ultime fasi della denutrizione, le persone possono sperimentare allucinazioni, convulsioni e interruzioni del ritmo cardiaco, fino a che, il cuore si ferma definitivamente.
Quanto tempo ci vuole per morire di fame?
La quantità di tempo in cui le persone possono sopravvivere senza cibo, variano molto a seconda dell’età, del peso corporeo, della disponibilità di acqua e di eventuali altri problemi di salute. Il Mahatma Gandhi, ad esempio, nella sua campagna non violenta per l’indipendenza dell’India, è sopravvissuto per 21 giorni bevendo solo qualche sorso d’acqua. Uno studio ha scoperto soggetti in sciopero della fame in varie parti del mondo sono sopravvissuti fino a 40 giorni.
In teoria, le donne potrebbero avere un vantaggio in termini di sopravvivenza perché hanno una maggiore percentuale di grasso corporeo immagazzinato. Tuttavia non è stato effettuato nessuno studio per dimostrarlo. Lo studio più approfondito sulla privazione del cibo negli esseri umani è stato effettuato nel 1950 da Ancel Keys. In questo esperimento 36 volontari, tutti maschi, sono stati sottoposti ad un regime alimentare di 1.570 calorie (l’uomo medio ha bisogno di circa 2.500 calorie al giorno) per sei mesi. È proprio da questo studio che gli scienziati nutrizionisti hanno iniziato a capire come reagisce il corpo alla privazione del cibo.
I bambini che sono più piccoli e hanno meno riserve di grasso corporeo da cui attingere, cedono più velocemente. In caso di anoressia nervosa, un disturbo alimentare caratterizzato da un desiderio ossessivo di perdere peso rifiutando di mangiare, bisogna agire molto più rapidamente con i bambini, perché bambini e ragazzi hanno meno riserve a loro disposizione. Stanno crescendo e i loro bisogni metabolici sono maggiori.
Cosa si prova a morire di fame?
Il corpo tenta di proteggere interrompendo prima le funzioni metabolicamente più intense, come la digestione, con conseguente diarrea. Il cervello è invece relativamente protetto, ma alla fine arriva anche morte neuronale e la perdita di materia cerebrale. Proprio come il cuore, i polmoni e altri organi si indeboliscono e avvizziscono senza cibo, alla fine anche al cervello cervello succede la stessa cosa. La situazione è più grave per i bambini, dato che il loro cervello è ancora in via di sviluppo e qualsiasi perdita di funzionalità dovuta alla fame potrebbe essere permanente. Tuttavia, i loro cervelli sono più plastici e potrebbero avere una maggiore capacità di riprendersi, dopo che hanno ricominciato a mangiare.
Sia gli adulti che i bambini possono cominciare ad agire in modo strano. Potrebbero essere irritabili, apatici o letargici. In un certo senso, la fame è uno “stato di minaccia“, così le persone che muoiono di fame potrebbero comportarsi come un animale messo alle strette, attento a qualsiasi cambiamento intorno a loro aumentando i tempi di reazione alle minacce percepite. Con una grave e continua mancanza di cibo, le persone iniziano a comportarsi in maniera tale da razionare il cibo. Mangiano più lentamente o sminuzzano il cibo per far sembrare che ce ne sia di più, ad esempio.