Ecco una near death experience, davvero atipica. Uno scorcio sull’aldilà che fino ad ora nessuno aveva mai raccontato. Quest’uomo dice che dopo la morte ha incontrato se stesso! Certo tutti siamo curiosi di sapere chi incontreremo dopo la nostra morte, ma di certo quanto accaduto a questo signore era difficile aspettarselo!
Incidente Aereo
Si tratta della storia del capitano Dale Black, un pilota di linea commerciale con molta esperienza alle spalle. Basti pensare che può vantaare ben 17.000 ore di volo. Quanto accaduto, però, è di molto precedente alla sua brillante carriera. Quando aveva diciannove anni, sognando di diventare un pilota professionista, Dale decollò a bordo di un Piper Navajo per salire sul cielo sopra Los Angeles accompagnato da due amici piloti commerciali, Chuck e Gene. Chuck e Gene lo lasciavano volare con loro durante i loro voli di consegne in tutta la California, così che Dale potesse fare esperienza e registrare più ore di volo.
Quel giorno, però il Piper ha perso potenza poco dopo il decollo e a causa della bassa velocità, l’aereo faceva fatica a sollevarsi e Gene nel tentativo di evitare le cime degli alberi andò a schiantarsi su un monumento in pietra dedicato all’aeronautica in pietra, alto 21 metri. Dei tre uomini, solo Dale è sopravvissuto.
L’Esperienza di Dale
«All’improvviso mi ritrovai sospeso a mezz’aria, proprio sopra alle macerie del monumento e al mio corpo. I miei pantaloni grigi e la maglietta a maniche corte erano fatti a brandelli e intrisi di sangue. All’improvviso ho accelerato attraverso quello che sembrava essere un sentiero molto stretto. Non era un tunnel di luce quello che stavo attraversando. Era un sentiero fatto di luce, immerso nell’oscurità. Al di fuori di questo sentiero, l’oscurità era totale. Ma nell’oscurità, potevo vedere milioni di minuscole sfere di luce sfrecciare via, proprio mentre io viaggiavo su questo sentiero attraverso quello che sembrava uno spazio profondo. Sembrava quasi come se un jet stesse volando attraverso una tempesta di neve di notte. All’improvviso, mi resi conto che non stavo viaggiando da solo. Ad accompagnarmi c’erano due angeli vestiti con abiti bianchi senza cuciture e intrecciati con fili d’argento. Non avevano un genere distinguibile ma ho avuto l’impressione che fossero maschi e più adulti di me. La mia visione periferica era migliorata rispetto a prima. Potevo vedere entrambi i loro volti luminosi allo stesso tempo. Potevo persino vedere dietro di me muovendo appena la testa.
Allo stesso tempo, ho avuto la straordinaria consapevolezza di essere il “me”, il me che era sempre esistito e che esisterà per tutta l’eternità. Ho percepito che questo “me” esisteva già da molto prima del mio arrivo sulla Terra.Ora conoscevo me stesso. Credo insomma che la prima persona che si incontra in paradiso siamo noi stessi. Sono convinto che dopo la morte ho incontrato me stesso»