Esperienza di Premorte di William H: Una Visione tra Vita e Oltre
L’esperienza di premorte di William H ha avuto luogo il 25 novembre 1963, appena tre giorni dopo l’assassinio di JFK. In quel momento tragico della sua infanzia, a soli 9 anni, William si ritrovò a vivere un evento che avrebbe influenzato profondamente la sua visione della vita, dell’amore e del divino.
L’Incidente e l’Inizio dell’Esperienza di Premorte di William H
Era una giornata di fine novembre quando William subì un grave incidente mentre cercava di accendere un fuoco usando della benzina. Il tentativo finì in tragedia, causandogli ustioni di terzo e quarto grado sul 35% del corpo. Dopo l’intervento immediato di soccorso, fu trasportato d’urgenza in ospedale, dove perse conoscenza appena giunto al pronto soccorso.
Quando si risvegliò, William si trovò in una stanza d’ospedale, avvolto da bende che coprivano il corpo, dal collo fino alle ginocchia. La sua ultima immagine prima di lasciare il corpo fu quella di sua madre, seduta al suo fianco, disperata e con gli occhi rossi. Questo dettaglio, come molti altri vissuti fuori dal corpo, rimarrà vivido nella sua mente per tutta la vita.
L’Abbandono del Corpo e l’Osservazione dal Distante
Nel suo racconto, William descrive il momento in cui la sua coscienza lasciò il corpo fisico e iniziò a fluttuare sopra di esso. Guardava la scena come uno spettatore, osservando con distacco il proprio corpo bendato e immobile. Sentiva compassione per quel corpo sofferente, ma al tempo stesso provava una sensazione di leggerezza, quasi di divertimento, nel fluttuare liberamente.
Durante questa fase, William vide un chirurgo, due infermiere e assisté ai dettagli delle manovre mediche che cercavano di riportarlo in vita. Notò come il chirurgo fece un’incisione alla caviglia per inserire una vena e permettere l’infusione del sangue, dato che le sue vene erano collassate a causa della disidratazione dovuta alle ustioni. Ricorda questo particolare con estrema chiarezza, un dettaglio che poté verificare anni dopo.
Il Passaggio nella Luce e l’Incontro con le Anime
In questa dimensione fuori dal corpo, William si sentì trascinato verso una grande Luce che appariva al centro di un muro. Attraversando questa barriera luminosa, si ritrovò in un luogo particolare: una strada fiancheggiata da figure scure, quasi silhouette, che sembravano essere anime in attesa. Descrisse queste figure come accoglienti e familiari, pur non riconoscendole direttamente. Sembrava essere accolto in un corteo, come se stesse avanzando in una sorta di parata verso un luogo sconosciuto.
Improvvisamente, però, il senso di pace che aveva provato fino a quel momento fu sopraffatto da un’intensa nostalgia per la sua famiglia e per la vita terrena. Fu proprio in quel momento di dolore e desiderio di ritorno che avvenne un incontro straordinario.
L’Incontro con la Luce Divina
La Luce riapparve al centro della strada, stavolta ancora più grande e brillante, come una sfera di otto piedi di diametro, irradiando un calore e una bellezza incomparabili. William descrive questa Luce come la presenza di Dio stesso, una consapevolezza immediata e profonda. Comunicavano in modo telepatico, senza parole, ma con un’intensità che andava oltre ogni forma di linguaggio. Dio gli chiese il motivo del suo pianto, e William, nel candore dei suoi nove anni, rispose che sentiva la mancanza della madre e desiderava giocare nella Little League.
In un gesto paterno, Dio gli sorrise e lo abbracciò, dandogli conforto e dicendogli che non era ancora giunto il suo tempo. Questa esperienza gli rimase impressa come un incontro d’amore e di accettazione senza riserve, una connessione che William non avrebbe mai dimenticato.
Il Ritorno alla Vita e il Silenzio per Anni
Il giorno successivo, William si risvegliò, pensando inizialmente che fosse stato solo un sogno. Per anni tenne per sé l’esperienza, condividendola solo con sua madre, che reagì con scetticismo. Fu solo decenni dopo, leggendo racconti simili, che trovò il coraggio di parlarne con altri.
L’Impatto Spirituale dell’Esperienza di Premorte di William H
William, cresciuto in una famiglia cristiana protestante, trovò conferma e sfida alle sue credenze religiose in quest’esperienza. Nonostante fosse attivo nella sua comunità religiosa, divenne più aperto a un percorso spirituale autonomo, percependo Dio come una presenza molto più amorevole e accessibile di quanto appreso in chiesa. Con gli anni, questa consapevolezza lo spinse a una ricerca più personale della spiritualità, che andava oltre le dottrine.
William descrive l’impatto del suo incontro con Dio come una rivelazione dell’amore universale, un messaggio semplice ma potente: “Amare tutti”. Sebbene avesse avuto difficoltà a mettere in pratica questo amore incondizionato nelle sue relazioni personali, l’insegnamento ricevuto in quel momento continuò a guidarlo.
Conclusione: L’Eredità Spirituale dell’Esperienza di William
L’esperienza di premorte di William H gli ha lasciato una certezza che non può essere spiegata: l’esistenza di un Dio amorevole e di una vita oltre la morte. Sebbene abbia avuto momenti di dubbio e scoraggiamento, William continua a ricordare quel messaggio di amore e accettazione. Nelle sue parole, la convinzione che l’amore sia la chiave per affrontare il viaggio della vita è rimasta l’unica verità inalterabile, un messaggio che spera di poter trasmettere a chiunque incontri lungo il suo cammino.
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