Tra le tante tradizioni, o per meglio dire, superstizioni che si pongono in essere in tutto il mondo c’è anche quelle di fermare gli orologi quando qualcuno muore. Ma quale potrebbe essere il senso di questa bizzarra usanza? E c’è anche un motivo valido per farlo?
Una spiegazione Logica
Probabilmente la spiegazione più logica per spiegare la pratica di fermare gli orologi quando qualcun muore è semplicemente registrare l’ora della morte. Ciò era particolarmente importante in passato, se la casa si trovava in un luogo remoto dove ci sarebbe voluto del tempo prima che arrivassero i soccorsi o affinché il medico legale prendesse l’ora esatta della morte.
Una seconda spiegazione pratica potrebbe essere quella che, fermare gli orologi quando qualcuno muore, permetterebbe alla gente di piangere il morto senza preoccuparsi troppo del passare del tempo.
L’anima che lascia il corpo
Ma fermare gli orologi quando qualcuno muore non ha soltanto spiegazioni razionali e terrene. Ci sono altre ragioni per tramandare l’uso di questa pratica. Ragioni che riguardano l’anima del defunto.
Si pensa, infatti che fermare gli orologi sia un modo per consentire all’anima del defunto di passare alla fase successiva senza preoccuparsi del tempo. Un modo per dare tempo all’anima di guardarsi intorno e di salutare idealmente i luoghi e le persone che ha amato e che lo hanno accompagnato per tutta la vita terrena.
Guai per chi rimane
Ma a questa spiegazione ce n’è anche un’altra che è praticamente all’opposto. C’è in effetti chi pensa che permettere ad un orologio di continuare a muoversi, inviterebbe lo spirito del defunto a rimanere in casa, causando disagi ai suoi abitanti per sempre.
Non solo. Si crede anche che se l’orologio viene fermato, tutti coloro che rimangono in casa avranno sfortuna. Si pensa che questa convinzione sia originata in Germania e in Gran Bretagna.
Qui abbiamo parlato invece dell’usanza di aprire le finestre dopo che qualcuno in casa è morto