“Vedo la gente morta.” Questa frase agghiacciante tratta dal film Il sesto senso è la più inquietante e la più citata di quel classico thriller moderno. Il film racconta di un bambino che aiuta gli spiriti che sono rimasti legati alla vita terrena a completare i loro affari incompiuti per poter così andare oltre. Sebbene si tratti solo di un film, in molti si chiedono se davvero i bambini possono davvero vedere i fantasmi.
Come tutti sappiamo, tuttavia la vita reale può essere molto più strana della finzione. Internet è pieno di racconti di incontri “reali” che i bambini avrebbero avuto con i fantasmi. Ora, sappiamo tutti quanto può essere (in)affidabile Internet quando si tratta di informazioni, quindi prendi quanto segue con le pinze.
Ma i bambini possono davvero vedere i fantasmi? Alcuni racconti suggeriscono di sì.
Una donna di nome Michelle ha condiviso una storia su di un sito web dedicato alle mamme (The Every Mom). Michelle ha scritto che il padre di suo marito è morto diversi anni prima della nascita del figlio. Suo marito, si sentiva in colpa per aver trasmesso a suo padre l’influenza che poi lo avrebbe ucciso. Secondo Michelle, né lei né suo marito avevano mai parlato di questa faccenda con loro figlio, ma una mattina si è svegliato e ha detto: “Papà, Don voleva che ti dicessi che sta bene”. Il bambina avrebbe quindi continuato a parlare di suo nonno, anche se non aveva mai visto una sua fotografia e non ne sapeva nulla.
In un’altra storia trovata su Buzzfeed, una donna ha raccontato che quando sua figlia aveva 3 anni, ha raccontato di essere stata svegliata di notte da un uomo sorridente che continuava a solleticarle i piedi. Un sogno? Non proprio! Un sogno sarebbe da escludere perché un giorno, la donna si imbatté in una foto dei suoi genitori. La figlia indicò la foto del padre di sua madre e disse: «È lui! Quello è l’uomo che mi solletica i piedi!»
Quindi questi bambini sono sensitivi?
Secondo i cultori del paranormale per un bambino tutto è possibile. Tutto è reale.
Ma Jacqueline Woolley, professoressa di psicologia all’Università del Texas ad Austin smorza gli entusiasmi. «I bambini iniziano davvero a fare molte chiare distinzioni tra ciò che è reale e ciò che non lo è a partire dai tre anni», dice.
In questo caso, cosa è reale e cosa non lo è?
Per quanto riguarda le storie di quei bambini che affermano di aver visto i fantasmi di parenti defunti, la Woolley non le considera poi così impossibili. «Questi parenti deceduti da tempo, sono persone di cui si parlava all’interno della famiglia», dice. «Sebbene i genitori affermino che in realtà non hanno mai parlato direttamente ai loro figli di questa persona. I bambini prestano molta attenzione a ciò che si fa e si dice intorno a loro. Questi parenti probabilmente saltati venuti fuori durante una conversazione a tavola, o magari i loro figli ne hanno sentito mentre i genitori parlavano tra di loro. Molto più semplicemente avranno visto le foto nelle cornici o in un album».
L’immaginazione di un bambino è molto potente
C’è stato a lungo uno stigma sui bambini con amici immaginari. Non molto tempo fa, gli amici immaginari erano considerati un precursore della malattia mentale, ora invece sono considerati un segno positivo di uno sviluppo sano del bambino. Per questo è molto facile che la foto di parenti mai incontrati, unite a pezzetti di racconti ascoltati qui e li, possano accendere la fervida immaginazione di un bambino.
Anche la cultura può avere un’influenza
Questo può essere particolarmente vero nelle famiglie con una cultura in cui si parla di spiriti e fantasmi. Ci sono molti adulti che credono nei fantasmi, e se un bambino sta crescendo in una famiglia in cui quel punto di vista fa parte della cultura familiare, allora sarà molto più probabile che quel bambino affermi di aver visto un fantasma o di aver avuto un contatto. In alcune culture come quella indiana, se un bambino afferma di vedere o di essere stato visitato dal fantasma di un antenato, si pensa che sia una cosa positiva.
Le storie di fantasmi, per loro stessa natura, sono inquietanti, ma quando coinvolgono i bambini, lo sono ancora di più. Questo perché i bambini sono innocenti e vulnerabili. Tuttavia, anche gli adulti possono essere emotivamente coinvolti perché, che si tratti di mostri nascosti sotto il letto o in un armadio, pagliacci maligni o ombre spettrali sulle pareti della camera da letto, questi racconti evocano ricordi di ciò che li spaventava da bambini.
Ma i genitori dovrebbero preoccuparsi se il loro bambino inizia a raccontare storie che coinvolgono fantasmi?
Prima di tutto, stando ad internet, queste cose accadono tutti i giorni.
Una semplice ricerca su Google produce tantissimi risultati. Provando a scriverne sui social riceveresti una valanga di risposte da parte di persone con racconti molto simili. Quindi, no. In linea di principio non c’è da preoccuparsi sulla salute mentale dei propri figli.
Più probabile che si tratti di bambini dotati di una grande immaginazione. Bambini che potrebbero aver sentito un amico a scuola raccontare una storia simile e decidere di andare a casa e provare anche loro a cercare fantasmi. Oppure potrebbero aver letto un libro sui fantasmi e pensare che sarebbe bello vederne uno, quindi dicono ai loro genitori di aver visto un fantasma.
Niente paura!
Calma. Non c’è affatto bisogno di correre online per trovare un terapeuta se i vostri bambini cominciano a raccontare di parlare con i fantasmi. La comunicazione con il bambino è fondamentale. Solo quando i bambini dicono di aver visto un fantasma, solo allora approfondisci il discorso. Non chiedere ogni giorno se hanno visto qualcosa di strano. Solo quando loro ne parlano allora chiedi di più: dove l’hai visto? Che cosa sembra? Che ne sai a riguardo? Come ti senti quando lo vedi? Se un bambino dice che “si trova a proprio agio con il fantasma”, allora sei a posto.
Ma cosa succede se rispondono che il fantasma non gli piace e vogliono che se ne vada?
Probabilmente dire ai bambini che il fantasma non esiste sarebbe una scelta sbagliata.
Una professoressa di psicologia ora in pensione, per eliminare la paura dei fantasmi che aveva sua figlia le ha dato una piccola scatola dicendole che conteneva un bambino fantasma che aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lui. Qualche mese dopo essersi presa cura della scatola, sua figlia ha superato la paura dei fantasmi.
E non dimentichiamo strategie collaudate come la classica bomboletta spray anti mostri e fantasmi da spruzzare sotto i letti e negli armadi prima di andare a dormire.
Preconcetti
Spesso siamo vittime di quello che viene definito Bias di conferma. Tendiamo a prestare attenzione alle cose che supportano le nostre convinzioni e ignoriamo le cose che non lo fanno. Se qualcuno crede nei fantasmi e vuole vedere un fantasma, è probabile che interpreterà un rumore, un’ombra o una visione come un fantasma.
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