Se è uno psichiatra del calibro di Carlos Sluzki ad affermare che i defunti ci fanno visita, allora dev’essere vero. In un certo senso, lo fanno. Ci dice la scienza. Sluzki è uno psichiatra e psicoterapeuta molto noto e rispettato nel suo campo, autore di numerosi libri. Proprio lui ci racconta qualcosa di bizzarro che gli è capitato.
Il Gatto di Sluzki
Il gatto di Carlos Sluzki è morto qualche tempo fa, ma a volte viene ancora a trovarlo. Ora il felino è diventato una sorta di gatto ombra. L’ex animale domestico di Carlos sembra rimanere in agguato ai margini del suo campo visivo, come un movimento percepito di sfuggita nel caos quotidiano della vita domestica. Tuttavia, il gatto ombra sta iniziando cominciando a diradare le sue visite e Sluzki nota che mentre il dolore per la sua perdita a mano a mano svanisce il suo ex amico si sta “cancellando dal mondo del presente, ritirandosi nel mondo agrodolce dei suoi ricordi più cari.
I morti restano con noi.
I nostri cari che non ci sono più rimangono nei nostri cuori e nelle nostre menti, ovviamente, ma per molte persone indugiano anche nei nostri sensi. Così avvertiamo immagini, suoni, odori, tocchi o presenze. Le allucinazioni da dolore sono una reazione normale al lutto, ma la gente ne parla raramente, poiché le persone temono di poter essere considerate pazze, ingenue o mentalmente destabilizzate dalla loro perdita. La nostra società tende ad associare le allucinazioni a cose come droghe e malattie mentali, ma ora sappiamo che le allucinazioni sono comuni nelle persone sobrie e sane e che sono più probabili durante i periodi di particolare stress.
Le Allucinazioni sono comuni
Il lutto sembra essere un periodo in cui le allucinazioni sono particolarmente comuni, al punto che sentire la presenza del defunto è la norma piuttosto che l’eccezione. Uno studio, della ricercatrice Agneta Grimby dell’Università di Goteborg, ha scoperto che più dell’80% delle persone anziane sperimenta allucinazioni associate al partner morto un mese dopo il lutto. Le allucinazioni sono così vivide che quasi un terzo delle persone ha riferito di aver parlato con il defunto. In altre parole, queste non erano solo ombre periferiche. Le persone in lutto potevano evocare l’essenza stessa del defunto.
Occasionalmente, queste allucinazioni sono strazianti. Un caso clinico del 2002, ricercatori tedeschi hanno descritto una donna di mezza età, addolorata per la morte di sua figlia per overdose di eroina. Questa vedeva regolarmente la ragazza e talvolta la sentiva dire “Mamma, mamma!” e “Fa così freddo“. Per fortuna, queste esperienze così tanto angoscianti tendono ad essere rare e la maggior parte delle persone che sperimentano allucinazioni durante il lutto le trovano invece confortanti, come se si stessero ricollegando con qualcosa di positivo dalla vita della persona.
Culture Differenti
Ci sono indizi che le allucinazioni dopo la morte di persone care, potrebbe anche variare a seconda delle culture. Gli antropologi ci hanno detto molto su come le cerimonie, le credenze e i rituali sociali della morte differiscono notevolmente nel mondo. Ci sono però ancora pochi indizi su come questi differenti approcci influenzino il modo in cui le persone vivono i morti e le loro visite, dopo che se ne sono andati.
È probabile che la maggior parte delle persone che leggono questo articolo non abbiano avuto visite dai propri cari morti. È facile cadere sullo stereotipo culturale del “fantasma” mentre la realtà è, per molti versi, ben più profonda. La nostra percezione è così sintonizzata sulla loro presenza che quando non ci sono più, per colmare quella lacuna, cerchiamo inconsciamente di modellare il mondo esterno in ciò con cui abbiamo vissuto per così tanto tempo e al quale siamo così affezionati ed abituati.
Anche la realtà oggettiva non può competere con il nostro amore.
Those who are dead are not dead
They’re just living in my head
And since I fell for that spell
I am living there as well, oh
Time is so short
And I’m sure
There must be something more
Those who are dead are not dead
They’re just living in my head, oh
And since I fell for that spell
I am living there as well
Time is so short
And I’m sure
There must be something more
42 – COLDPLAY
Coloro che sono morti non sono morti, ma vivono nella mia testa. E da quando l’ho capito sono andato a viverci anche io. Abbiamo così poco tempo che sono sicuro dev’esserci dell’altro
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