Scienza

Il parere del Cicap sulle Esperienze di Pre-Morte.

Il parere del Cicap sulle Esperienze di Pre-Morte. - cosa c'è dopo la morte

Per la serie Strane Storie, Massimo Polidoro del CICAP ha trattato nel suo canale youTube il tema delle , fornendo il parere del Cicap sulle di Pre-Morte. Si tratta di un video molto interessante che sarà di sicuro interesse sia per chi ha in una ultraterrena, sia per chi pensi si tratti di semplici fantasie.

C'è vita oltre la morte? NDE: Esperienze di pre-morte

Le esperienze di pre-morte sono tutte quelle sensazioni vissute da quelle persone che si trovano in punto di morte. Sensazioni di , di fluttuare fuori dal proprio , il tunnel di luce, l'incontro con i cari scomparsi e anche il fenomeno della revisione della propria vita. Polidoro mette subito le cose in chiaro: nessuno può effettivamente sapere con certezza cosa avvenga dopo la morte. Non può la scienza e non può la religione.

Massimo Polidoro rivela dati statistici secondo i quali il 51% di quasi 19mila intervistati credeva in una vita dopo la morte e anche quelle che sono i più frequenti pensieri di chi torna alla vita dopo morti. Le atmosfere rilassate e tranquille vissute da chi racconta l'aldilà, sono spesso accompagnate da sentimenti di pentimento per i propri errori terreni, e di rimpianto per l'amore che non si è dato. Contrastanti invece le descrizioni delle vie per giungere all'aldilà. Qualche volta si tratta di un tunnel di luce altre volte di un tunnel buio con un essere di luce che ci attende dall'altra parte. «Spesso, dice Massimo Polidoro, chi esce da queste esperienze ne uscirà trasformato in positivo nell'atteggiamento nei confronti della vita e della morte stessa».

Cosa accade durante queste esperienze?

Massimo Polidoro ne è convinto: non si tratta di invenzioni, proprio in virtù delle tante somiglianze tra le tante esperienze raccolte. Per lo scienziato del Cicap si tratta di una questione di terminologia. Cosa si intende per morte? «Se per morte si intende la fine della vita», incalza Polidoro, «non ha senso parlare di ritorno alla vita». Bisognerebbe dunque affidarsi a neuroscienziati che conoscano bene il funzionamento del nostro cervello e ci sappiano dire

Cosa accade ad un cervello morente?

Secondo gli esperti nessuno sarebbe mai davvero morto per poi tornare in vita. Quella che è in effetti importante non è l'attività cardiaca, che potrebbe anche arrestarsi per un breve lasso di tempo, bensì l'attività cerebrale. Nessuno è mai tornato da un encefalogramma piatto.

Sempre secondo i dati raccolti da Massimo Polidoro del CICAP, «chi si risveglia dopo un incidente o da un e racconta la sua esperienza, era privo di , ma non deceduto».

Gli eventi descritti nelle NDE non si verificherebbero quindi nella morte ma in uno stato di vita che i medici definiscono vita minimale.

Queste esperienze si spiegherebbero con una serie di cambiamenti fisiologici e chimici che si verificano in un cervello fortemente danneggiato. E' stato dimostrato che la mancanza prolungata di ossigeno al cervello, porti ad una anomala attivazione della corteccia visiva che farebbe percepire una luce al centro del che va via via diminuendo e sfocando all'esterno del campo visivo.

Per sperimentare questo fenomeno, però, non è necessario essere in fin di vita. Capita spesso che piloti di aerei militari, sottoposti a forti accelerazioni gravitazionali vadano incontro a quella che è chiamata sincope ipotensiva che li porta ad un “black-out visivo con una luce molto brillante al centro”. In più questi piloti proverebbero anche la sensazione di galleggiare.

Le Esperienze Fuori Dal Corpo: Le OOBE.

Nel suo interessantissimo video, Massimo Polidoro del CICAP analizza anche le OOBE, Esperienze Fuori Dal Corpo. Nel raccontare le proprie esperienze di pre-morte, gli sperimentatori raccontano spesso di aver visto il proprio corpo dall'esterno. Per tutti questi eventi, non è mai stato possibile verificare la veridicità di quanto asserito. Quelle che invece sono state verificate dalle neuroscienze sono state alcune malattie psichiatriche che avrebbero come filo comune quella che viene definita dissociazione corporea.

Alla base di questi disturbi percettivi sarebbero implicati degli specifici circuiti neurali e in particolare la giunzione temporo-parietale. La sensazione di essere fuori dal corpo potrebbe quindi derivare da un malfunzionamento paradossalmente di qualcosa che è all'interno del nostro corpo: il cervello.

Questa è solo una piccola parte di quanto raccontato da Massimo Polidoro nelle sue “Strane Storie”. Per saperne di più potete guardare voi stessi il suo interessante video.

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