Cultura

La Decapitazione

La decapitazione - cosa c'è dopo la morte

La decapitazione è “semplicemente” la separazione totale della testa dal corpo. Decapitare una persona vuol dire recidere completamente 26 muscoli del collo, quattro importanti vasi sanguigni, la colonna vertebrale e soprattutto il midollo spinale che da solo è responsabile dei movimenti del corpo, della sensibilità nonché di una moltitudine di automazioni del nostro organismo.

La Decapitazione Interna

Esiste anche un secondo tipo di decapitazione: la decapitazione interna. Nella decapitazione interna, il collo rimane attaccato al resto del corpo. Tuttavia, sia che si tratti di una decapitazione classica che interna, le cause di morte sono da ricondursi essenzialmente a due fattori: recisione del midollo spinale e dissanguamento.

Si rimane coscienti dopo la decapitazione?

Questa è una domanda che in tantissimi si sono posti per secoli. Oggi sappiamo che le aree del cervello deputate alla vista, all’udito e al tatto non sono interessate dalla decapitazione. È quindi teoricamente possibile che la coscienza rimanga intatta anche dopo la decapitazione. Quel che è certo è che una testa mozzata non potrebbe parlare, neanche in teoria. L’unica parte del cervello direttamente coinvolta nella decapitazione è il tronco encefalico.

Racconti di teste coscienti dopo la decapitazione

Storicamente, la testa decapitata presumibilmente cosciente, più famosa è quella di Charlotte Corday, che perse la testa durante la rivoluzione francese. Corday fu decapitata in pubblica piazza dopo essere stata giudicata colpevole di aver ucciso il giornalista e politico Jean-Paul Marat. Si racconta che, la decapitazione, François Legros l’assistente del boia, ha sollevato la testa in modo tale che la folla presente all’esecuziome potesse vederla bene arrivando addirittura a schiaffeggiarle le guance. Qualcuno dei presenti ha affermato in seguito di aver visto il viso di Charlotte Corday arrossire prima di rivolgere uno sguardo pieno d’odio a Legros. C’è da dire, tuttavia, che i testimoni oculari non possono essere presi come prova che una testa decapitata rimanga cosciente. Soprattutto dal punto di vista scientifico.

Spasmi Muscolari

Quelli che la gente ha scambiato per coscienza erano con molta probabilità un riflesso involontario dei muscoli facciali. Sebbene questi spasmi muscolari siano stati più volte citati come prova che una testa rimane cosciente dopo la decapitazione, queste prove non compaiono in alcun testo scientifico dell’epoca.

Esperimenti Scientifici

Ma oltre i tanti racconti di Folklore, anche la scienza si è mossa per cercare di far chiarezza sulla coscienza di una testa decapitata. Nel 1905 gli esperti hanno condotto un esperimento scientifico in particolare, realizzato per cercare di capire se una testa decapitata rimanesse anche per breve tempo effettivamente cosciente. Un medico francese, il Dottor Gabriel Beaurieux ottenne il permesso di condurre un esperimento su un prigioniero, lo spietato Killer Henri Languille, condannato alla pena capitale. Una volta decapitata, il dottore ha subito raccolto la testa per condurre i suoi esperimenti cominciando a parlare con la testa dell’assassino.

Nel suo resoconto, il dottore scriverà:

Dottor Gabriel Beaurieux:

SUBITO DOPO LA DECAPITAZIONE HO NOTATO CHE LE PALPEBRE E LE LABBRA DELLA TESTA SI MUOVEVANO CON CONTRAZIONI IRREGOLARI. TUTTO QUESTO È DURATO PER CINQUE O SEI SECONDI. POI LE CONTRAZIONI SONO CESSATE ED ALLORA HO CHIAMATO IL SUO NOME AD ALTA VOCE E CON TONO STENTOREO: «LANGUILLE!». A QUEL PUNTO HO VISTO LE SUE PALPEBRE ALZARSI LENTAMENTE, SENZA TRACCIA DI ALCUNO SPASMO. HA APERTO GLI OCCHI COME CHI SI SVEGLIA O COME CHI VIENE DISTOLTO DA UN SUO PENSIERO PROFONDO

Dopo questo esperimento, il Dottor Beaurieux ne condusse altri due e a quanto pare anche le altre teste si sono comportate allo stesso modo. Quello che sorprende, però, è che nessun altro scienziato abbia condotto esperimenti simili. Si può supporre quindi che gli occhi di Languille si siano aperti come per un riflesso ritardatario o che il rapporto del Dottor Beaurieux sia stato un tantino esagerato, magari sotto l’influenza dell’agitazione del momento.

Giusti Interrogativi

Come si può dire se una testa mozzata sia cosciente o meno? Non sappiamo se una testa mozzata debba necessariamente fare smorfie o sbattere le palpebre per essere definita cosciente. Non possiamo sapere se una testa appena mozzata, anche se immobile possa conservare una coscienza. A questi interrogativi hanno provato a rispondere un team di scienziati tedeschi e francesi nel 2011.

La Decapitazione Nei Ratti

Nello studio “La Decapitazione Nei Ratti” gli scienziati monitoravano l’attività elettrica del cervello delle cavie attraverso un elettroencefalogramma sia prima che dopo la decapitazione. Le cavie sono state divise in due gruppi di controllo: in un gruppo i ratti erano svegli e coscienti prima della decapitazione, nell’altro gruppo, invece, i ratti venivano addormentati prima della decapitazione. Sebbene fossero di differenti lunghezze d’onda, entrambi i gruppi di ratti, producevano onde cerebrali che dopo la decapitazione. Immediatamente dopo la decapitazione l’attività cerebrale subisce un brusco calo entro 10 secondi. Proprio come una batteria che si scarica, quando il cervello smette di produrre energia, non riesce ad alimentare tutte le sue singole funzioni. Stando ai risultati dell’elettroencefalogramma, subito dopo la decapitazione, l’attività elettrica delle aree deputate alla vista, all’olfatto, all’udito e alla sensazione del dolore cala del 50% entro 3.7 secondi.

Un calo del 50% nelle attività cognitive vuol dire la perdita della coscienza, ma contemporaneamente significa anche che in quei quasi quattro secondi dopo la decapitazione, il cervello del ratto era cosciente. Dopo poco meno di quattro secondi, dunque, la coscienza del ratto è completamente spenta, mentre dopo venti secondi il cervello non è stato più in grado di produrre attività elettrica.

Si può quindi affermare che …

Da questo esperimento condotto sui ratti è possibile quindi intuire che i racconti dei tempi della rivoluzione francese, potrebbero non essere soltanto Folklore. Se proprio come quello dei ratti, anche il cervello umano dovesse conservare attività elettrica nei primissimi secondi dopo la decapitazione, allora si. Potremmo avere in effetti il tempo di guardare quelle che sapremo essere le nostre ultime immagini.

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