La tradizione della Lombardia, quando si parla della morte, è ricca di esseri mitologici e paranormali che si dice siano legati ad essa. Ecco quindi alcune curiosità legate alla Morte nelle superstizioni della Lombardia.
Il Bus del Diavol
Uno dei più noti è il “Bus del Diavol” (letteralmente “Autobus del Diavolo“), un presunto mezzo di trasporto che si dice passi di notte nei pressi dei cimiteri per portare le anime dei defunti all’Inferno. Secondo la leggenda, il Bus del Diavolo è trainato da sei cavalli neri e il suo conducente è il Diavolo in persona, vestito di nero e con un cappuccio che gli copre il viso.
Il Butteri
Un altro essere mitologico legato alla morte nella tradizione lombarda è il “Butteri”. Il Butteri èuna sorta di spettro o fantasma, che si dice venga evocato dalle persone in cerca di vendetta contro qualcuno che le ha ingiustamente offese. Si racconta che il Butteri si presenti sotto forma di un uomo alto e magro, vestito di nero, con un cappuccio che gli copre il viso. Si dice che possa causare malattie e sfortune alla persona che ha subito la vendetta.
Altre superstizioni legate alla morte nella tradizione lombarda riguardano gli animali. Si dice che i gatti neri siano portatori di sfortuna, e che se ne si incrociano uno per strada, bisogna fare il segno della croce per allontanare il male. Al contrario, il gufo è considerato un animale di buon auspicio, e la sua presenza vicino a una casa è segno di protezione.
I numeri della Morte nelle superstizioni della Lombardia
Infine, tra le superstizioni legate alla morte nella tradizione lombarda, ci sono quelle legate ai numeri. Si dice che il numero 13 sia portatore di sfortuna, e per questo in molti condomini lombardi non esiste il tredicesimo piano. Al contrario, il numero 7 è considerato un numero di buon auspicio, e la sua presenza in una serie di numeri può portare fortuna.
In conclusione, la tradizione lombarda è ricca di superstizioni e credenze legate alla morte, che testimoniano la profonda preoccupazione degli uomini per l’aldilà e la paura dell’ignoto. Sebbene molte di queste credenze siano ormai cadute in disuso, alcune di esse resistono ancora oggi, testimoniando la ricchezza culturale di questa regione e l’importanza della memoria storica per comprendere il presente.
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