In una giornata apparentemente ordinaria del 1973, un Michele C. sperimentò un evento che avrebbe radicalmente trasformato la sua percezione della vita e della morte. Dopo un malore, Michele ebbe un’esperienza di pre-morte che lo portò a confrontarsi con l’eterno mistero della vita dopo la morte. Quello che segue è il racconto in prima persona di questa straordinaria avventura oltre il confine della vita terrena, una narrazione che sfida le nostre concezioni abituali e invita a riflettere sulla continuità dell’esistenza umana oltre la morte.
Ho vissuto il distacco della mia anima dal mio corpo
Ero in uno stato di assoluta serenità, una pace mai provata nella vita terrena. Vedevo distintamente il mio corpo disteso e intorno i volti dei miei cari, la mia famiglia che viveva nel dolore di quel momento. Mia madre, mia nonna, mia sorella, disperate. Avrei voluto rassicurarle, dir loro che stavo benissimo.
Nel frattempo, vedevo anche mio padre, che era al lavoro, essere avvisato della mia situazione critica. Correva verso di me, lasciando tutto dietro di sé, persino la sua borsa abbandonata per le scale nel suo precipitarsi verso lo studio medico dove ero stato portato d’urgenza. Vedevo il medico, che infilava un ago con la siringa nelle mie vene. Non appena il farmaco fu iniettato, tornai nel mio corpo e mi svegliai dopo ore in ospedale.
Raccontai tutto a mia madre e ai dottori, descrivendo dettagli che non avrei potuto conoscere, come l’interno dello studio medico e la borsa lasciata per le scale da mio padre. Tutti restarono esterrefatti. Da allora, la mia comprensione della morte è cambiata: non è la fine, ma una rinascita in una dimensione diversa. Questa comprensione ha portato una serenità profonda nel mio rapporto con l’esistenza.
Avevo il dono dell’obiquità
Durante quella mia esperienza, la mia consapevolezza era incredibilmente acuta; ero consapevole di eventi che accadevano in luoghi diversi, come se avessi il dono dell’ubiquità. Tutto ciò che accadeva intorno a me sembrava perdere il proprio significato temporale, come se il tempo stesso si fosse fermato, o forse non fosse mai esistito.
Sapevo che qualcosa di straordinario mi stava accadendo, una specie di illuminazione che mi ha permesso di vedere la vita e la morte sotto una luce completamente nuova. Non ho attraversato un tunnel, né ho incontrato esseri di luce, ma la sensazione di pace e serenità era così intensa che ogni paura della morte è svanita, lasciandomi con una profonda sensazione di calma e un’intima convinzione nella vita dopo la morte.
Oggi, guardo alla mia esperienza non solo come a un ricordo, ma come a un insegnamento vitale che mi accompagna ogni giorno. La consapevolezza di una dimensione oltre la vita terrena mi ha insegnato a vivere con più serenità, ad apprezzare ogni momento con una profondità maggiore, sapendo che c’è qualcosa oltre, un altro capitolo che ancora non conosciamo.
La Vita Dopo La Morte di Michele
L’esperienza vissuta da Michele nel 1973 ha avuto caratteristiche profondamente trasformative, evidenziando una realtà oltre la comprensione quotidiana. Dopo aver percepito il distacco della propria anima dal corpo, ha assistito a eventi in diversi luoghi con una chiarezza e una presenza mentale straordinarie, testimoniando la reazione dei suoi familiari alla notizia della sua emergenza e l’azione precipitosa del padre. Il ritorno al corpo, seguito dalla convalida dei dettagli osservati durante l’esperienza, ha rafforzato la sua convinzione nella continuità dell’esistenza oltre la vita terrena. Questa percezione ha infuso in lui una serenità e un’accettazione della morte come passaggio a una nuova esistenza, trasformando la sua visione della vita e del suo significato.
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