Sebbene non lo si possa affermare con certezza o descrivere la cultura dei Celti a riguardo della vita dopo la morte, dagli indizi e dalle testimonianze raccolte nel tempo si può affermare che i Celti credevano in una vita dopo la morte.
Resoconti della cultura di un vita dopo la morte da parte dei Celti arrivano addirittura dai romani. Secondo l’Imperatore Cesare, la cultura druidica credeva nella trasmigrazione delle anime. Instillare la credenza che l’anima fosse eterna e che passi dopo la morte da un corpo all’altro era molto importante per spronare i soldati Celti in guerra a non temere la morte.
Un ponte tra due vite
Conferme arrivano dal poeta latino Marco Anneo Lucano. Per i Celti, la morte sarebbe stata soltanto un ponte tra una vita e l’altra.
Nella mitologia celtica, dopo la morte, le anime si dirigevano nell’aldilà, che tuttavia era molto diverso da quello della tradizione cristiana. La catena celtica della vita era un nodo infinito di possibilità e di variazioni. Per i Celti, i mondi esistenti oltre al nostro potevano essere infiniti. Le anime, potevano viaggiare dopo la morte in tutti questi infiniti mondi e reincarnarsi quindi eventualmente in creature di altri mondi che sulla terra non esistono.
Tutta fortuna!
Nel Cristianesimo, l’aldilà si si può semplificare con i concetti di Inferno e Paradiso. Nelle leggende celtiche insulari, tuttavia il comportamento tenuto nel mondo terreno non influisce sull’esistenza dopo la morte. In questo caso però è molto chiaro se, dopo la morte si possa scegliere che tipo di vita sarà la prossima oppure che la scelta sia lasciata al caso.
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