Chi vive esperienze di pre-morte, racconta spesso di vedere il proprio corpo dall’esterno. Queste esperienze fuori dal corpo, extracorporee definite spesso anche extracorporali, tuttavia possono avvenire anche in circostanze decisamente meno tragiche. In questo caso si parla di OOBE, Out Of Body Experiences.
Esperienze Extracorporee
Sono molte le persone che hanno affermato di aver avuto esperienze extracorporee. L’esperienza fuori dal corpo è descritta come una sensazione essere separati dal proprio corpo con la conseguente capacità di guardare dall’alto se stessi e gli eventi che si verificano nella stanza. Una volta fuori dal corpo, le persone in genere dicono di sentirsi leggeri ed immersi in uno stato di pace assoluta. È interessante notare che queste persone si identifichino nella parte che si è separata dal corpo. Diranno ad esempio: «Ero sul soffitto e guardavo il mio corpo e pensavo tra me e me, cosa ci fa il mio corpo laggiù?»
Ricordi Specifici
Molte persone hanno raccontato dettagli molto specifici su eventi realmente accaduti durante la loro esperienza. Una donna ha spiegato ad esempio:
“Durante la mia operazione stavo fluttuando intorno alla sala operatoria. Potevo vedere il chirurgo e le infermiere che lavoravano sul mio corpo, anche se ora non ricordo quante persone c’erano. Potevo anche sentire la loro conversazione. Il chirurgo ha detto che avrebbe lasciato la ferita aperta lasciar drenare il sangue dell’appendicectomia. Dopo l’operazione è venuto a trovarmi in reparto per spiegarmi cosa aveva fatto, ma lo sapevo già tutto perché l’avevo sentito. Lui ha subito escluso che io avessi potuto ascoltare le conversazioni in sala operatoria. Ha suggerito che un’infermiera era stata al mio capezzale potesse averne parlato mentre mi medicava. A quel punto ho evitato di dirgli che avevo addirittura assistito dall’alto alla mia operazione”
Perché avvengono le esperienze fuori dal corpo?
Nel 2002, un gruppo di medici svizzeri ha eseguito una procedura che viene spesso eseguita su pazienti con epilessia resistente ai farmaci. In questi pazienti sono stati utilizzati degli elettrodi in modo da stimolare diverse parti del cervello. L’obiettivo era trovare quale parte del cervello provocava le crisi. Durante i test, una paziente ha inaspettatamente riferito di vedersi “sdraiata sul letto, dall’alto” e di avere anche l’impressione di “galleggiare vicino al soffitto”. Tuttavia, la donna riferiva di poter vedere solo le gambe e la parte inferiore del tronco, in pratica, ciò che effettivamente si può osservare da quella prospettiva.
Sebbene questa non fosse proprio come altre esperienze extracorporee che erano state riportate in precedenza, sembrava che i medici fossero stati in grado di indurre in qualcuno esperienze fuori dal corpo. Ciò sembrava suggerire che la sensazione riportata di lasciare il corpo durante un esperienza di pre-morte potrebbe essere semplicemente un’illusione creata da una stimolazione anomala di un’area specifica del lato destro del cervello chiamata circonvoluzione angolare. I ricercatori svizzeri avevano concluso che le esperienze extracorporee e di pre-morte potrebbero essere influenzate da una parte del cervello che sotto stress comincia a funzionare male.
È chiaro oltre ogni dubbio che sia proprio quest’area dal cervello ad essere responsabile per le esperienze fuori dal corpo. Tuttavia anche se un giorno si dovesse trovare con esattezza quale area del cervello provochi queste esperienze extra-corporee, si dovrà stabilire se si tratta di realtà o di semplice illusione.
Potevano comprendere?
Molti ricercatori si sono imbattuti in casi di persone capaci di descrivere in modo estremamente dettagliato eventi che si erano verificati quando erano incoscienti o in arresto cardiaco. La maggior parte di questi ricercatori concorda sul fatto che queste esperienze potrebbero essere semplicemente illusioni. Può darsi che le persone possano in qualche modo aprire gli occhi e ricordare le cose durante la morte clinica per poi essere persuase del cervello di essere fuori dal corpo. L’altra possibilità è che in qualche modo la mente coscienza possa separarsi dal cervello e continuare a funzionare durante la morte clinica. Oggi, quest’ipotesi non è considerata possibile, o almeno non secondo le nostre attuali conoscenze di neuro biologia. Alcuni fisici, tuttavia, sostengono che se consideriamo le cose a livello subatomico piuttosto che a livello molecolare quest’ipotesi potrebbe in effetti essere plausibile.
Il cervello è spento
Durante un arresto cardiaco, la corteccia cerebrale e molto probabilmente anche le altre aree cerebrali, cessano l’attività elettrica. Ad oggi, nonostante le avanzate tecniche di rianimazione, non siamo in grado di irrorare adeguatamente il cervello con il sangue. Stando alle rilevazioni delle attrezzature, ci si trova davanti ad un cervello non funzionante. Come possono quindi formarsi pensieri e coscienza ben lucidi se il cervello è praticamente spento? Un cervello in uno stato così critico non può supportare pensiero così lucido.
Naturalmente, questi pensieri possono avvenire un attimo prima o un attimo dopo che il cervello ha smesso di funzionare. Alcune persone potrebbero poi avere un cervello più efficiente in grado di funzionare più a lungo e meglio anche quando l’attività cerebrale è altamente ridotta. Qualunque sia la risposta, sarà di certo affascinante.
L’ipotesi psicologica delle esperienze extracorporee
Alcune persone hanno anche tentato di spiegare le “esperienze extracorporee” come un fenomeno psicologico. Pare che il cervello possa semplicemente costruire e creare l’esperienza basandosi su ricordi precedentemente memorizzati e ottenuti da programmi medici visti in televisione. Oggigiorno sempre più gente ha famigliarità con ciò che accade negli ospedali attraverso i numerosi programmi medici visti in televisione. È possibile quindi che sebbene il soggetto possa sembrare incosciente ai medici e agli infermieri, si in realtà parzialmente in grado di captare qualcosa che gli accade intorno.
Un paziente potrebbe essere ancora in grado di raccogliere informazioni attraverso l’udito, senza che i medici ne siano al corrente. Si tratterebbe di qualcosa di molto simile al fenomeno chiamato ‘coscienza durante l’anestesia‘ che è stato ampiamente descritto nella letteratura chirurgica e anestetica.
In questa condizione i pazienti che sono stati anestetizzati in modo inadeguato hanno talvolta riferito di essere a conoscenza di eventi che si erano verificati durante gli interventi chirurgici e di aver ascoltato conversazioni.
La differenza tra questo tipo di esperienza e quelle extracorporee è, tuttavia, che si tratta semplicemente di aver ricevuto un’anestesia adeguata, che è molto diverso dal riferire di eventi successi mentre si era in coma profondo, quando il cervello non funzionava.
Lascia un Commento