Raccontiamo l’esperienza di premorte di Sandy, una bambina di soli cinque anni che ha visto cosa c’è dall’altra parte.
L’esperienza di premorte di Sandy
Nell’agosto del 1985, Sandy aveva solo cinque anni quando un incidente apparentemente banale cambiò la sua vita e quella della sua famiglia. Durante una gita in barca su un lago locale, Sandy venne punta da una zanzara e contrasse un’encefalite. A seguito della malattia, Sandy si ritrovò in uno stato tra la vita e la morte. Fu allora che iniziò il suo straordinario viaggio verso l’aldilà, un’esperienza che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella sua esistenza.
Incontro con il vuoto sicuro e la luce dell’amore
Sandy racconta che, durante l’esperienza di premorte, si ritrovò in un “vuoto sicuro”, un’oscurità avvolgente e pacifica, senza dolore né paura. In quel luogo, avvertiva un profondo senso di appartenenza e conforto, come se fosse davvero “casa”. Lontano, però, percepiva una luce molto piccola che sembrava attirarla a sé, come se fosse un richiamo familiare.
Mentre si avvicinava alla luce a una velocità incredibile, Sandy non provava alcuna paura; al contrario, al suo ingresso in quella luce, fu travolta da una sensazione di pace, gioia e soprattutto da un amore incondizionato che mai avrebbe immaginato. La luce era come una nuvola brillante e scintillante, e da dentro di essa, Sandy udì una voce interiore: sapeva, senza saper spiegare come, che era la voce di Dio. Sebbene i suoi genitori non avessero mai parlato con lei di Dio né l’avessero portata in chiesa, in quel momento la certezza di trovarsi con Lui era assoluta. Sentiva che quello era il suo vero “casa”, un luogo dove si sentiva completamente unita a questa meravigliosa luce divina, come essere accolta tra le braccia protettive di un padre amorevole.
Incontro con la sorella e il messaggio di ritorno
Mentre Sandy si trovava immersa in quella luce divina, un’altra luce apparve al suo fianco. Era una figura luminosa, una ragazzina di circa dieci anni, che le somigliava molto e che sembrava riconoscerla. Con un dolce abbraccio, la bambina le disse: “Sono tua sorella, mi chiamo Willamette, come nostra nonna. I nostri genitori mi chiamavano affettuosamente ‘Willie’. Volevano raccontarti di me quando fossi stata più grande e pronta a capire”. Questo incontro straordinario lasciò Sandy senza parole: non sapeva di avere una sorella, eppure sentiva dentro di sé la verità di quella rivelazione.
Willie continuò a parlarle, senza usare parole, solo con il pensiero, trasmettendole amore e dolcezza. “Devi tornare indietro, Sandy,” le disse, “devi salvare la mamma dal fuoco. È molto importante, devi farlo.” Nonostante il tono gentile, le parole di Willie erano chiare. Ma Sandy non voleva tornare, desiderava rimanere con lei in quel luogo perfetto. Così, come una bambina capricciosa, si gettò a terra in lacrime, rifiutandosi di andarsene, incapace di accettare l’idea di lasciare quella pace assoluta.
La visione dei genitori e l’incoraggiamento di Glen
Durante questa sorta di protesta, a Sandy fu mostrato una scena come un film, in cui vide i suoi genitori accanto al suo letto d’ospedale, disperati e preoccupati. Con le lacrime agli occhi, i suoi genitori imploravano di non lasciarli, e Sandy sentì per la prima volta una profonda tristezza per loro. Ma ancora, il richiamo del mondo terreno non era abbastanza forte da farle abbandonare quel luogo perfetto.
Improvvisamente, Dio le fece un gesto, indicando una nuova luce che si stava formando in lontananza. Con sua grande sorpresa, Sandy riconobbe in quella luce la figura del suo amico e vicino di casa, Glen, che le gridò: “Sandy, torna a casa, torna subito!”. La sua voce era così autorevole e forte che Sandy smise di piangere all’istante, e in un attimo si ritrovò di nuovo nel suo corpo.
Il ritorno di Sandy e la conferma dell’esperienza di premorte
Quando aprì gli occhi, Sandy vide i volti sollevati e pieni di gioia dei suoi genitori. Raccontò loro immediatamente quello che aveva vissuto, ma loro attribuirono inizialmente il tutto a un sogno. Fu solo in seguito che scoprirono un dettaglio sconvolgente: Glen, il suo vicino gentile che amava i bambini e che era sempre così affettuoso con lei, era morto improvvisamente di infarto il giorno dopo il ricovero di Sandy. La notizia lasciò Sandy scossa, e il ricordo delle sue parole nell’aldilà, pronunciate con così tanta fermezza, non le abbandonò mai.
Ma l’esperienza di premorte di Sandy non finiva lì. Sandy disegnò un ritratto della sua “sorella angelica” e descrisse ciò che le aveva detto. I suoi genitori, allibiti, le confermarono che un anno prima della sua nascita avevano perso una figlia di nome Willie, morta a causa di un avvelenamento accidentale. Sandy non avrebbe mai potuto saperlo, ma quell’incontro aveva svelato una verità nascosta che riavvicinò la famiglia e li lasciò senza parole.
Quanto alla profezia di Willie sul “salvare la mamma dal fuoco,” nessuno ancora sapeva interpretarla chiaramente. Tuttavia, parlando con la madre, Sandy le chiese cosa sarebbe successo se fosse rimasta nell’aldilà. La madre le rispose con voce rotta: “Dopo la morte di Willie, ho pianto per mesi. Perdere anche te sarebbe stato come vivere in un inferno, proprio come il fuoco”. La famiglia prese questa risposta come una spiegazione plausibile, e insieme decisero che un giorno, in un futuro remoto, avrebbero potuto chiedere direttamente a Willie cosa volesse davvero dire.
L’impatto dell’esperienza sulla vita di Sandy e della sua famiglia
L’esperienza di premorte di Sandy segnò profondamente la sua vita e quella della sua famiglia. La perdita di Willie aveva lasciato una ferita profonda nei genitori, che però, grazie a questo evento, riuscirono a trovare un nuovo significato spirituale. Da quel giorno, Sandy e la sua famiglia iniziarono a frequentare la chiesa e a esplorare la loro fede con rinnovato interesse. Sandy si sentì chiamata a vivere in modo diverso, con una consapevolezza più profonda della vita e del suo scopo.
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