Molto spesso sentiamo dire che qualcuno “è morto di vecchiaia“. Ma si può davvero morire di vecchiaia? Tecnicamente parlando no. La vecchiaia in realtà non è di per se una causa di morte così come potrebbe esserlo l’ipertensione o il diabete o di un incidente d’auto. Tuttavia, questo modo di dire persiste. Cosa intendiamo con il termine morire di vecchiaia ?
Prima di tutto: Quando si è considerati “vecchi” ?
Esistono quattro fasi dell’anzianità. La prima è quella costituita dai “giovani anziani”. In questa categoria rientrano le persone tra i 64 e i 74 anni. Ci sono poi gli “anziani” che comprendono la fascia di età che va dai 75 agli 84 anni e i “grandi vecchi” dagli 85 ai 99 anni. L’ultima categoria è quella dei centenari.
Sebbene non si muoia di vecchiaia, molte persone muoiono in età avanzata. È infatti in età avanzata, che può verificarsi una cascata di eventi avversi per la salute.
Tuttavia, questo non vuol dire che tutte le persone sopra i 65 anni subiranno un rapido tracollo. Ci sono da valutare fattori genetici, stili di vita, delle esperienze di vita e capacità di reggere lo stress. In questo gioco, un ruolo importante è rivestito dall’attività fisica e dalla buona alimentazione.
Per molte persone, tuttavia, l’avanzare dell’età rende più difficile il recupero degli organi vitali da attività o eventi stressanti. Non è tuttavia prevedibile quando gli organi cesseranno di funzionare. Non esiste alcun modello basato sull’età che possa indicare quando gli organi vitali cominciano ad andare in sofferenza. Esiste invece un aumento dell’incidenza di una varietà di condizioni croniche che cresce con l’età. Sono queste condizioni ad aumentare il rischio di mortalità. Non è la vecchiaia di per sé la colpevole.
Il corpo e l’omeostasi
Allora, dov’è il problema? Il fatto è che il corpo umano, con il passare del tempo diventa meno efficiente nel mantenere l’omeostasi. L’omeostai è la capacità del corpo di “mantenere le cose uguali“. Le persone dotate di una buona omeostasi tendono ad avere temperatura corporea, pressione sanguigna, glicemia, bilancio idrico e flusso sanguigno ben regolate. Questi fattori sono molto importanti per vivere una vita sana.
I cambiamenti che si verificano con l’invecchiamento contribuiscono alla perdita di regolarità di questi fattori. Per questo motivo, l’omeostasi diminuisce e la porobabilità di ammalarsi aumenta. Il risultato è l’insorgenza di patologie quali ipertensione, diabete e qualsiasi altro problema che possa poi causare la morte per “vecchiaia”, per così dire. Una vita passata a mangiare le cose sbagliate, fumare o fare poco esercizio fisico può contribuire a rovinare l’omeostasi.
Reazioni differenti
I giovani e gli anziani possono morire per lo stesso tipo di malattia, come ad esempio infarto, coaguli di sangue, infezioni gravi, eccetera. Gli anziani, tuttavia anziani potrebbero reagire in modo differente a questi problemi.
Ad esempio, i sintomi della polmonite in una persona più giovane sono febbre, tosse e dolore toracico. In una persona anziana, la polmonite potrebbe presentarsi invece anche accompagnata da glicemia alta e confusione mentale.
Spesse volte, l’unico sintomo di una nuova insorgenza per una persona anziana è l’improvvisa incapacità di svolgere alcune delle attività quotidiane che priva svolgeva senza problemi. Questo tipo di sintomo atipico può portare a un ritardo ritardo nelle cure con conseguenze nefaste.
Morire di vecchiaia
La vecchiaia non è mai indicata come causa di morte su un certificato di morte. Spesso, la causa immediata o il processo fisiologico della morte è l’arresto cardiopolmonare che si verifica a causa di un infarto grave, infezioni, cancro, ictus, embolia polmonare eccetera. In effetti, indipendentemente dalla causa, tutti muoiono quasi allo stesso modo, con la cessazione della funzione cardiaca.
Quando un medico completa un certificato di morte, devi inserire la causa di morte. Per determinare la causa di morte si lavora a ritroso a partire dall’arresto cardiopolmonare. Si cerca una condizione sottostante ad esempio una polmonite e poi alla condizione che ha predisposto o contribuito all’insorgenza della polmonite, e così via. In altre parole, solo perché qualcuno è stato ricoverato in ospedale con la polmonite non significa che sia quella la causa di morte inserita nel certificato.
Lascia un Commento