Con ogni probabilità, essere sepolti vivi è in cima alla lista dei modi peggiori di morire. Per fortuna, (molti) anni fa accadeva molto più di quanto non accada ora. In effetti, quando la medicina non era ancora molto evoluta, era più difficile determinare se qualcuno fosse effettivamente morto, o solo in coma o paralizzato.
A partire dal XVIII secolo, per accertarsi della morte, le persone erano sottoposte a test più o meno abusivi. Si andava da un più blando pizzicamento del capezzolo abbastanza fino ad utilizzare attizzatoi roventi inseriti nei loro sederi.
Se non si registravano reazioni neanche con un ferro rovente infilato nell’ano, allora si doveva necessariamente presumere che quella persona fosse morta. Fu solo nel 1846 che il medico francese Eugène Bouchut suggerì l’uso di un nuovo strumento per ascoltare la presenza del battito cardiaco: lo stetoscopio.
Nonostante la scienza medica sia notevolmente avanzata da allora, non abbiamo ancora del tutto azzerato la possibilità di essere sepolti vivi. l’umanità. La paura di essere sepolti vivi, la tafofobia, è quindi ancora una preoccupazione valida, come narrato in alcune di queste storie di persone sepolte vive.
L’incidente diAngelo Hays
Nel 1937, un diciannovenne francese di nome Angelo Hays andò a farsi un giro in moto. Forse non era molto esperto alla guida di una moto e andò a sbattere, picchiando con violenza la testa contro un muro di mattoni.
Quando sono arrivati i soccorsi, hanno constatao che la testa di Hays era maciullata e non aveva più polso. Era uno spettacolo così terribile da guardare che ai suoi genitori è stato impedito di vederlo per il loro bene. Hays fu dichiarato morto e sepolto tre giorni dopo.
Tuttavia, a causa di un’indagine da parte della compagnia di assicurazioni, il corpo di Angelo Hays è stato riesumato due giorni dopo il funerale. Fu una vera sorpresa scoprire che il suo corpo era ancora caldo. Apparentemente, all’indomani dell’incidente, il suo corpo è entrato in uno stato di coma profondo e ha richiesto pochissimo ossigeno per mantenersi in vita.
Dopo essere stato sepolto vivo, Hays ha ricevuto cure mediche adeguate e ha continuato a guarire miracolosamente. La sua esperienza lo ha portato ad inventare un tipo di bara di sicurezza che ha portato in giro per tutta la Francia. La bara ideata da Hays era dotata di un piccolo forno, un frigorifero e un lettore Hi-Fi di musicassette.
La tomba di Octavia Smith Hatcher.
Nel 1889, Octavia Smith sposò un ricco uomo originario Kentucky di nome James Hatcher. Gli sposini ebbero un figlio che chiamarono Jacob. Tuttavia, all’epoca i tassi di mortalità infantile alla fine del 1800 erano molto alti e Jacob morì presto.
La perdita di suo figlio scatenò in Octavia una profonda depressione tanto da costringerla a letto per diversi mesi. Durante questo periodo, iniziò anche a mostrare segni di una misteriosa malattia.
Il suo corpo entrò in uno comatoso e nessuno riuscì a svegliarla. Fu dichiarata morta nel maggio del 1891, appena quattro mesi dopo la morte di Jacob.
Era un maggio insolitamente caldo quell’anno, e quindi Octavia fu sepolta rapidamente. Ma pochi giorni dopo, anche altri in città iniziarono a cadere in un sonno molto profondo simile al coma, solo per svegliarsi qualche giorno dopo. Si scoprì in seguito che si trattava di una malattia causata dal morso della mosca tse-tse.
Temendo che Octavia fosse stata sepolta viva, James fu preso dal panico e fece riesumare Octavia, pensando che potesse risvegliarsi. In effetti James aveva ragione, ma ormai era troppo tardi. La bara di Octavia era chiusa ermeticamente ma si scoprì che il rivestimento interno della bara era stato lacerato e che le unghie di Octavia erano insanguinate. Sul suo viso era congelato un contorto grido di terrore.
Al traumatizzato James non restava che seppellire nuovamente Octavia erigendo però un monumento a sua immagine nel cimitero in cui riposa. Da allora, James ha sviluppato una grave fobia di essere sepolto vivo.
Una scatola di legno per Stephen Small.
Una notte del 1987, un uomo d’affari 39enne dell’Illinois di nome Stephen Small ricevette una telefonata in cui lo avvertivano che una delle sue proprietà era stata violata da dei ladri. Era una trappola. Mentre Stephen correva verso la proprietà violata, stava in realtà andando incontro al suo stesso rapimento.
Alle 3.30 del mattino, sua moglie, Nancy Smalls, ricevette una chiamata informandola che il riscatto per suo marito era di un milione di dollari. La famiglia ha ricevuto cinque chiamate in totale ed era disposta a soddisfare le richieste, solo che non riusciva a capire i dettagli dell’operazione a causa della scarsa qualità del suono dei messaggi ricevuti.
Stephen era tenuto prigioniero in una scatola di legno sotterrata a circa un metro di profondità. La cassa era dotata di un tubo flessibile per la respirazione e un po’ d’acqua, suggerendo che intendevano lasciarlo andare vivo se avessero ricevuto il pagamento. Ma è successo qualcosa che forse i rapitori non avevano pianificato. Il tubo per la respirazione di Stephen si era tagliato e non gli arrivava più aria.
Quando la polizia ha finalmente individuato il veicolo di Smalls, era troppo tardi. Non sono riusciti a stabilire per quanto tempo fosse rimasto chiuso all’interno della scatola, ma hanno dedotto che era morto da diverse ore.
I suoi rapitori, Daniel J. Edwards, 30 anni, e Nancy Rish, 26, sono stati condannati per omicidio di primo grado e rapimento aggravato. «L’hanno pianificato», ha detto il vice capo di Kankakee Robert Pepin. «Hanno costruito una scatola. Hanno messo un sistema di ventilazione».
Jessica Lunsford
Nel marzo del 2005, il molestatore sessuale nonché pedofilo John Evander Couey ha rapito e violentato Jessica Lunsford, 9 anni. L’uomo è stato accusato anche di l’omicidio dato che Couey ha seppellito la ragazza – legata con un cavo elettrico – in un sacco della spazzatura vicino alla sua casa a Homosassa, in Florida.
L’unica cosa è che Jessica non era morta quando Couey l’ha messa nel sacco. Il corpo è stato trovato solo tre settimane dopo, nel sacco nascosto sotto alcune foglie.
Il medico legale ha stabilito che Jessica è morta per asfissia e che è riuscita a fare due buchi nel sacco della spazzatura prima che finisse l’ossigeno. Le sue dita sporgevano dai fori quando hanno rinvenuto il sacco. Sepolto dentro con Jessica c’era il suo peluche preferito; un delfino viola che Couey le ha lasciato portare con sé quando l’ha rapita.
Couey fu catturato, processato e condannato a morte, anche se non visse abbastanza per la sua esecuzione. Couey è morto di cancro in prigione.
Durante il processo, in tribunale, Couey ha detto che si sarebbe scusato con Jessica una volta in paradiso. «Ho una brutta notizia», ha commentato il padre di Jessica, Mark Lunsford , «Non credo che andrai in paradiso»
Una sepoltura frettolosa per Anna
La maggior parte di ciò che si può ricavare da questo sfortunato caso proviene da un articolo di giornale risalente al 1884.
L’Hickman Courier del Kentucky ha riferito che una giovane donna di nome Anna Hockwalt si stava preparando per il matrimonio di suo fratello quando si è seduta a riposare un po’ in cucina. Pochi minuti dopo, i suoi famigliari l’hanno ritrovata ancora lì ferma con la “testa appoggiata al muro e apparentemente senza vita” riportava il giornale.
Sono arrivati i soccorsi e il dottore ha pensato che fosse morta dopo aver tentato invano di rianimarla. La natura generalmente nervosa di Anna e il fatto che soffrisse di palpitazioni cardiache furono individuate come causa della morte. Tuttavia, questa ipotesi non piaceva ad alcuni degli amici di Anna, che pensavano che le sue orecchie fossero ancora rosa come se il sangue scorresse attraverso di loro.
Anna fu sepolta il giorno successivo e i suoi amici raccontarono ai suoi genitori della loro precedente osservazione. Naturalmente, questo ha lasciato perplessi i suoi genitori al punto da farla riesumare. Trovarono lo scenario peggiore: il corpo morto di Anna era girato su un fianco, le dita rosicchiate quasi fino all’osso e i capelli strappati.