La storia della cremazione è profondamente radicata nella storia dell’umanità. Questa pratica, che prevede l’incenerimento dei corpi dei defunti, risale almeno a 17.000 anni fa, come evidenziato dai resti di un corpo parzialmente cremato trovato a Lake Mungo, in Australia. Diverse culture e civiltà hanno adottato la cremazione per vari motivi, sia culturali che religiosi. Mentre in alcune regioni, come l’antico Egitto, la cremazione era proibita a causa di credenze sulla trasmigrazione dell’anima, in altre, come l’India e il Nepal, la cremazione all’aperto è una tradizione millenaria. La comprensione e l’adozione di questa pratica hanno subito trasformazioni nel corso dei secoli, influenzate da vari fattori culturali, religiosi e sociali.
Le prime testimonianze di cremazione
La pratica della cremazione: ha radici antiche e profonde, risalenti a diverse civiltà storiche. Le prime evidenze archeologiche della cremazione possono essere rintracciate nelle antiche civiltà come l’Antica Roma e gli antichi Greci. In particolare, le pratiche funerarie romane comprendevano riti religiosi legati a funerali, cremazioni e sepolture, facendo parte di una tradizione consolidata, il mos maiorum, il codice non scritto da cui i Romani derivavano le loro norme sociali. Durante la storia più antica di Roma, sia l’inhumazione che la cremazione erano comuni tra tutte le classi. Tuttavia, intorno alla metà della Repubblica, l’inhumazione fu quasi completamente sostituita dalla cremazione, con alcune eccezioni notevoli.
Queste culture vedevano la cremazione non solo come un metodo pratico di sepoltura, ma anche come un rito sacro, profondamente legato a convinzioni religiose e culturali. Ad esempio, nella Roma antica, la cremazione era vista come un modo per purificare e liberare lo spirito, separandolo dal mondo dei vivi e consegnandolo all’oltretomba. Questa pratica era intrisa di significato simbolico e rituale, e spesso accompagnata da cerimonie elaborate e rituali di commiato.
L’evoluzione della cremazione nel Medioevo e nell’età moderna
Con l’ascesa del cristianesimo, la cremazione ha subito un declino in Europa, poiché era vista in contrasto con alcuni concetti biblici. Tuttavia, nel Medioevo, in alcune parti d’Europa, la cremazione era proibita per legge e poteva essere punita con la morte se combinata con riti pagani. La cremazione veniva talvolta utilizzata dalle autorità cattoliche come parte della punizione per gli eretici accusati, che includeva l’essere bruciati sul rogo.
Nel 1658, il primo a sostenere l’uso della cremazione fu il medico Sir Thomas Browne. A partire dal 1870, in Europa, iniziò un movimento per reintrodurre la cremazione come metodo praticabile per la disposizione del corpo, reso possibile dall’invenzione di nuove tecnologie per i forni e dal contatto con culture orientali che la praticavano. Nel Regno Unito, la prima cremazione ufficiale ebbe luogo a Woking nel 1885. Nel corso del XX secolo, la cremazione ha guadagnato vari gradi di accettazione nella maggior parte delle denominazioni cristiane.
La storia della cremazione nel ventesimo secolo
Nel 1658, la storia della cremazione vide un importante sostenitore nell’uso di questa pratica: il medico Sir Thomas Browne. A partire dal 1870, la storia della cremazione in Europa segnò un nuovo capitolo con l’emergere di un movimento per reintrodurre la cremazione come metodo praticabile per la disposizione del corpo. Questo cambiamento fu reso possibile grazie all’invenzione di nuove tecnologie per i forni e al contatto con culture orientali che la praticavano. Nel Regno Unito, un altro momento significativo nella storia della cremazione si verificò quando la prima cremazione ufficiale ebbe luogo a Woking nel 1885. Proseguendo nel XX secolo, la storia della cremazione riflette come questa pratica abbia guadagnato vari gradi di accettazione nella maggior parte delle denominazioni cristiane.
Ad esempio, William Temple, il vescovo più anziano della Chiesa d’Inghilterra, fu cremato dopo la sua morte nel 1944. La Chiesa cattolica romana ha accettato la pratica più lentamente. Nel 1963, durante il Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI ha revocato il divieto di cremazione e nel 1966 ha permesso ai sacerdoti cattolici di officiare le cerimonie di cremazione. Questo è stato fatto a condizione che le ceneri fossero sepolte o interrate, e non disperse. Molti paesi in cui la sepoltura è tradizionale hanno visto la cremazione diventare il metodo più comune di smaltimento di un corpo deceduto. Ad esempio, negli Stati Uniti, la cremazione è diventata più comune della sepoltura nel 2016.
La Storia della cremazione ai giorni d’oggi
Oggi, la cremazione è vista non solo come una scelta pratica, ma anche come un’opzione sostenibile e rispettosa dell’ambiente. La sua crescente popolarità riflette un cambiamento nelle preferenze personali e nelle convinzioni culturali e religiose. Secondo il National Funeral Directors Association (NFDA) 2022 Cremation and Burial Report, si prevede che la percentuale di cremazioni raggiungerà l’80% entro il 2035. Una delle principali ragioni di questo aumento è la varietà di opzioni disponibili per le ceneri cremate. Ad esempio, le tendenze attuali includono la possibilità di trasformare le ceneri in diamanti commemorativi, pietre solide simili a ciottoli fluviali o persino dischi in vinile riproducibili. Inoltre, la crescente consapevolezza dell’impatto ambientale delle sepolture tradizionali ha portato molte persone a considerare la cremazione come una soluzione più ecologica. Ad esempio, le urne Biotree trasformano le ceneri cremate in alberi, offrendo una soluzione biodegradabile e un tributo vivente alla memoria del defunto.
La cremazione nel contesto italiano
Oggi, la cremazione è vista come una pratica sempre più diffusa in Italia, non solo per le sue implicazioni culturali e religiose, ma anche per le sue potenziali convenienze economiche e sostenibilità ambientale. In termini di costi, la cremazione in Italia presenta una varietà di tariffe, in gran parte determinate dalla regione e dai servizi specifici scelti.
Secondo il sito Lastello.it, per l’anno 2023, il costo massimo per la cremazione, fissato dallo Stato Italiano, è di 515,69€. Questa tariffa copre esclusivamente il costo del forno crematorio. Tuttavia, ci sono molte altre spese associate a un funerale con cremazione, come il costo della bara, l’urna cineraria, il carro funebre, la vestizione della salma, tra gli altri. Considerando tutte queste voci, il costo totale per un funerale con cremazione in Italia oscilla generalmente tra 1.800 e 2.300 euro, a cui potrebbero aggiungersi eventuali tributi cimiteriali.
È importante notare che questi costi sono solo stime medie e possono variare in base a numerosi fattori, tra cui la località, la scelta dei servizi e le preferenze personali. Pertanto, è sempre consigliabile consultare diverse agenzie funebri e richiedere preventivi dettagliati per avere una comprensione chiara dei costi associati alla cremazione in Italia.